Il ritardo digitale in Italia preoccupa Stato e imprese
Negli ultimi anni abbiamo assistito ad uno sviluppo tecnologico esponenziale: internet sempre più veloce, telefoni e computer che diventano sempre più fondamentali. L’ Italia però, ha assistito ad
una minima parte di quello che è effettivamente stato in Europa e nel mondo: secondo alcune fonti abbiamo un ritardo digitale di 9 anni rispetto al resto dell’ U.E. e siamo alla posizione numero 24
nell’ utilizzo di internet tra i paesi del continente. Gli italiani che interagiscono con la pubblica amministrazione via internet sono solamente il 40% a differenza degli altri paesi, in cui questo dato si
estende al 65% della popolazione. Solo il 66% delle famiglie in Italia adotta la banda larga,15% in meno alla Germania, nonostante siamo il territorio con il miglior copertura 5g.
Qual’è il vero problema di questo “ritardo digitale”?
Nel nostro Paese ci sono circa 8 milioni (tra famiglie e singoli) di persone che vivono in povertà, e di certo il loro pensiero non è quello di comprare l’ ultimo modello di IPhone , a questo si aggiunge
anche la scarsa competenza digitale della gran parte delle persone che lo utilizzano. Internet non è mai sfruttato al massimo e quando succede viene utilizzato per scopi illegali o governativi, come
dalle forze dell’ ordine. La verità è che a molti Italiani non importa di saper usare il computer, i ragazzi che potrebbero sfruttarlo al meglio, invece, tendono ad andare via dall’ Italia.
Mancano gli incentivi da parte dello stato, perchè a volte per tante persone è difficile far fronte ai costi di telefoni, computer e servizi internet vari. Per ovviare a questo problema molti stati del nord
Europa propongono dei bonus per l’ acquisto di queste apparecchiature, mentre l’Italia sta proponendo dei voucher per attivare la fibra alle aziende gratuitamente tramite providers come noi. Le
statistiche parlano chiaro, all’ Italia serviranno circa 9 anni per avere la stessa digitalizzazione degli altri stati, un dato che mostra ancora le grandi lacune del bel paese. C’è anche da tenere a mente
che la popolazione è composta in gran parte da over 30 e over 50. L’ Italia ha bisogno dei giovani più di quanto pensa.
Le imprese italiane soffrono i cyberattacchi
Nel 2022 siamo stati il paese con più attacchi informatici, gli hacker hanno accumulato un bottino di circa 4 miliardi di euro a danni di privati e infrastrutture. Infatti proprio il settore sanitario è stato
il più colpito, come il caso del Fatebenefratelli di Milano o quello dell’ ASL di Torino con migliaia di dati rubati. In totale nei primi 6 mesi del 2022 si sono registrati circa 1500 attacchi, tra questi alcuni
sono stati da parte della Russia, dopo le sanzioni che quest’ ultima ha ricevuto.
Fortunatamente questa situazione ha portato i ad una grande attenzione mediatica e a delle modifiche nell’atteggiamento di chi è stato colpito. Stranamente un dato positivo è quello delle
denunce relative a reati informatici che continuano ad aumentare, segno di come sta aumentando consapevolezza sull’importanza di una completa trasparenza riguardo gli attacchi .
La Strategia Nazionale di Cybersicurezza prevede 82 misure da implementare entro il 2026, allo scopo di invertire o attenuare gli effetti delle minacce sul Paese, fortificando la stuttura digitale per
garantire una maggiore tutela di istituzioni, cittadini e imprese.
Basteranno queste misure a proteggere lo Stivale?
Assisteremo a un boom informatico in un breve tempo grazie al nuovo governo? Oppure dobbiamo realmente appigliarci alle previsioni e aspettare nove o più anni per vedere un cambiamento consistente?